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Alice Bailey, La Scienza del Servizio

Alice Bailey, La Scienza del Servizio

estratti dagli scritti di Alice Bailey dettati dal Maestro Djwal Khul
[ Alice Bailey, Psicologia Esoterica, pp. 118-133 – ed. ingl.]

[…] Siamo giunti alla terza Legge dell’Anima, che ne regola ogni attività. È la Legge del Servizio.
Ma prima di trattarne, tre fattori meritano tutta la nostra attenzione.
Il primo è il fatto che il risultato di ogni contatto ottenuto in meditazione e la portata del nostro successo saranno determinati dal servizio prestato all’umanità che ne consegue. Se c’è retta comprensione vi sarà necessariamente anche retta azione.

Si è detto che le tre grandi scienze che emergeranno nella nuova era a guidare l’umanità dall’irreale al reale e dall’aspirazione alla realizzazione, sono:

1. La Scienza della Meditazione, la futura scienza della mente.
2. La Scienza dell’Antahkarana, o del collegamento fra la mente superiore e l’inferiore.
3. La Scienza del Servizio, vera e propria tecnica di unificazione.

Quest’ultima, nella vita del discepolo (inteso come uomo sul sentiero) è il principale fattore di liberazione.

[…] La capacità di servire segna uno stadio ben definito di progresso sul Sentiero, e non è possibile servire in modo spontaneo, amorevole e saggio prima di aver raggiunto questo stadio. Fino allora si tratta solo di buone intenzioni, di moventi indefiniti e spesso di fanatismo.

Questa legge è l’imposizione sul ritmo planetario di energie e impulsi che emanano dal segno zodiacale verso cui procediamo. Quindi non vi si sfugge.

Per effetto di questa forza in talune nazioni si è introdotto un regime di massa, per cui l’individuo serve il gruppo con l’imposta negazione del sé personale. Le sue idee, il benessere personale e la sua stessa individualità sono subordinati alla collettività, ed egli è relativamente futile in quanto a sviluppo dell’anima. È costretto a conformarsi, lo voglia o no, alle condizioni sociali. Questa è una delle manifestazioni più basse dell’influsso di questa legge sulla coscienza umana. La sua espressione più elevata è invece il servizio che la Gerarchia dei Maestri presta sul pianeta in tutti i regni della natura. Fra questi due estremi vi è un’ampia distinzione, ma entrambe sono prodotte dalla risposta alla Legge del Servizio (l’una offerta coscientemente e l’altra diretta inconsciamente).

[…] Lentamente, molto lentamente, l’era dei Pesci ha preparato la via all’espressione divina del servizio, che sarà la gloria dei prossimi secoli. Oggi il mondo sta rendendosi conto che “nessuno vive per se stesso” e che solo quando l’amore, di cui tanto si è scritto e detto, trova sbocco nel servizio, l’uomo comincia a misurarsi con le sue capacità innate.

L’Era dell’Acquario è raffigurata da un uomo recante sulle spalle una giara così ricolma che l’acqua trabocca, senza scemare di livello. Il simbolo della Legge del Servizio è molto simile, con la sola differenza che l’uomo sta in perfetto equilibrio, le braccia aperte in croce e la giara sul capo. Questa differenza è di significato profondo.
La giara d’acqua sulle spalle simboleggia il peso del servizio. Non è facile servire. L’uomo oggi comincia solo a imparare come farlo. La giara sulla testa dell’uomo, rimasto sulla croce del sacrificio per così tanto tempo che la posizione gli è divenuta naturale, indica che la croce, che l’ha sostenuto a lungo, è scomparsa. L’uomo con la giara sulla testa raffigura la forza regolata, la calma, l’equilibrio. La comprensione della Legge di Impulso Magnetico lo ha preparato a raggiungerli.
È la Legge dell’Unione Polare, il cui simbolo ha dato origine al segno zodiacale della Bilancia: equilibrio e servizio. Sono le due espressioni della Divinità che oggi rappresentano il prossimo grande obiettivo.
Si è soliti interpretare il servizio come sommamente desiderabile e raramente si capisce quanto sia arduo in essenza. Comporta un grave sacrificio di tempo, di interessi e finanche delle proprie idee, esige un lavoro veramente arduo perché richiede sforzo deliberato, saggezza cosciente e capacità di lavorare senza attaccamento. Non sono qualità facilmente acquisibili dall’aspirante medio, eppure oggi la tendenza a servire è un atteggiamento naturale di gran parte degli uomini. Ciò che comprova il successo dell’evoluzione.

[…] Molte volte s’intende per servizio il tentativo di indurre a condividere le stesse opinioni di colui che serve, poiché ciò ch’egli ha trovato buono, giusto e utile, deve necessariamente esserlo per tutti. Si considera servizio l’aiuto offerto ai poveri, agli afflitti, agli ammalati e agli infelici, e si pensa a soccorrerli senza riflettere che lo si fa per il disagio suscitato in noi da quelle condizioni miserevoli e che si vuole migliorarle per riacquistare il nostro benessere.
Un simile aiuto libera dalla propria sofferenza, anche se non riesce a sollevare chi è nel bisogno. Spesso il servizio è segno di un temperamento indaffarato e iperattivo, o di una disposizione all’autocompiacimento, che spinge a far di tutto per mutare le situazioni secondo come si pensa dovrebbero essere, costringendo altri a conformarsi alle proprie opinioni. O anche può nascere da un fanatico desiderio di calcare le orme del Cristo, il grande Figlio di Dio, che “andava intorno facendo del bene”, esempio da imitare.
In questo caso si serve sospinti da un senso di obbedienza e non per impulso spontaneo. Manca quindi la qualità essenziale del servizio e fin dall’inizio non si fanno che gesti a vuoto. Il servizio può anche essere dettato da un desiderio profondamente radicato di perfezione spirituale. È considerato come requisito indispensabile del discepolato, e quindi se si vuole essere tali bisogna servire.

La teoria è corretta, manca però la sostanza vitale del servizio. L’ideale è giusto, vero e meritorio, il movente è del tutto sbagliato.

Il servizio viene reso perché sovente si segue il costume sempre più diffuso di occuparsi di qualche forma di servizio. La marea dilaga. Tutti servono attivamente nei movimenti di beneficenza, nelle imprese filantropiche ed educative, nella Croce Rossa e per migliorare le miserevoli condizioni generali. Servire è in un certo senso alla moda. Dà un senso di potenza; procura degli amici; è un’attività collettiva e spesso avvantaggia maggiormente (in senso mondano) chi serve che non chi è servito. Nonostante ciò, indizio di moventi erronei e di falsa aspirazione, costantemente e con prontezza si pratica una certa forma di servizio. L’umanità è avviata a comprenderlo correttamente; comincia a rispondere a questa nuova legge e impara a reagire alla volontà sempre più imperativa della grande Vita che informa la costellazione dell’Acquario, così come il Logos solare anima il Suo sistema e il Logos planetario la nostra Terra.

Il servizio è, attualmente, l’idea principale da comprendere poiché, se compresa, ci aprirà completamente alle nuove influenze. La Legge del Servizio esprime l’energia di una grande Vita che, in cooperazione con “Colui in Cui viviamo, ci muoviamo e siamo”, sta assoggettando il genere umano a influenze e correnti di energia destinate a produrre tre effetti:
1. Risvegliare il centro del cuore in tutti gli aspiranti e discepoli.
2. Mettere in grado l’umanità polarizzata in senso emotivo di focalizzarsi con intelligenza nella mente.
3. Trasferire nel cuore l’energia del plesso solare.

Lo sviluppo di ciò che si potrebbe chiamare “la coscienza del cuore” o del vero sentimento è il primo passo verso la coscienza di gruppo.

[…] Questa coscienza e l’identificazione con l’aspetto senziente di tutti i gruppi, portano al servizio che si deve prestare come fanno i Maestri e come ci mostrò il Cristo in Galilea.

Alcune domande a proposito del Servizio.

Dunque il servizio prestato attualmente è quello che è, perché gli uomini rispondono alle nuove influenze dell’Acquario nel loro corpo astrale e lo esprimono mediante il plesso solare. Ciò spiega perché oggi il servizio è in gran parte di natura emotiva; esso è responsabile dell’odio suscitato da coloro che reagiscono sensibilmente alla sofferenza e che, essendo identificati emotivamente con essa, attribuiscono a persone o a gruppi di persone la colpa delle miserie incontrate. È anche per questo che quanto si fa per migliorare le condizioni dà risultati insoddisfacenti. Insoddisfacenti dall’elevato punto di vista dell’anima.

Tuttavia, quando il servizio reso si basa su una risposta mentale alle necessità umane, tutto il problema s’innalza al di sopra dell’illusione e della valle dell’annebbiamento astrale. Gli impulsi a servire sono allora registrati nel centro del cuore e non nel plesso solare; quando ciò avverrà più in generale, le manifestazioni di servizio saranno più felici ed efficaci.

In questo trattato cerco di essere molto pratico, poiché la nuova scienza del servizio deve poggiare su basi corrette e sana comprensione. Forse il modo migliore di trattare un tema così nuovo, eppur tanto comune, è formulare delle domande e quindi rispondervi nel modo più completo e conciso possibile.

Il testo prosegue con 5 domande e relative riposte. Di seguito, riportiamo le prime 3.

1. Come definire il “servizio”?
2. Qual è il campo di questa scienza, e perché la chiamiamo una scienza?
3. Quali sono le caratteristiche del vero servitore?

Come definire il “Servizio”?

Non è facile farlo. Troppi sono stati i tentativi di definirlo dal punto di vista della personalità. Lo si può descrivere brevemente come l’effetto spontaneo del contatto con l’anima.

Questo contatto è così preciso e stabile che la vita dell’anima può fluire nello strumento che essa è costretta a usare sul piano fisico. È il modo in cui la natura dell’anima può manifestarsi nel mondo delle vicende umane.

Il servizio non è una qualità o un’azione; non è una attività verso cui si debba tendere strenuamente, né un sistema per salvare il mondo. Questa distinzione deve essere chiaramente compresa, altrimenti si falsa tutto l’atteggiamento verso questa importantissima dimostrazione di successo evolutivo nell’umanità.

Il servizio è una manifestazione di vita. È un impulso dell’anima, come l’istinto di conservazione e di riproduzione è una manifestazione dell’anima animale. Questa è una affermazione molto importante.

È un istinto dell’anima, per usare un’espressione molto inadeguata, innato e peculiare del suo sviluppo.
È la sua caratteristica principale, come il desiderio lo è della natura inferiore. È desiderio di gruppo come nella natura inferiore è desiderio personale. È l’impulso al bene di gruppo. Perciò non lo si può insegnare o imporre a una persona come dimostrazione auspicabile d’aspirazione, operante dall’esterno e basata su una teoria del servizio.
È semplicemente il primo vero effetto, evidenziato sul piano fisico, dell’incipiente espressione esteriore dell’anima.

Né teoria né aspirazione fanno di un uomo un vero servitore. Per quale ragione allora è tanto intensa l’attività di servizio nel mondo odierno?

Soltanto perché la vita, le parole e le azioni del primo Grande Servitore, che venne per dimostrare l’essenza del servizio, hanno prodotto il loro effetto inevitabile, e oggi gli uomini tentano seriamente d’imitarlo, senza rendersi conto tuttavia che l’imitazione non dà risultati effettivi, ma indica soltanto una possibilità che cresce.

Tutte le leggi dell’anima (e quella del Servizio non fa eccezione) si manifestano inevitabilmente in due modi. In primo luogo con l’effetto sull’individuo. Ciò si verifica quando si è stabilito un preciso contatto con l’anima e il suo meccanismo comincia a rispondervi.
Se ne dovrebbe vedere oggi l’effetto fra tutti gli studiosi di esoterismo, poiché hanno raggiunto un livello tale che dalle loro file il vero servitore può sorgere e dimostrare uno stabile contatto con l’anima. In secondo luogo, queste leggi cominciano a produrre un effetto collettivo sull’umanità, influenzandola nel suo complesso. È una specie di riflesso, nella natura inferiore, di una coscienza superiore, e perciò oggi si assiste a una corsa verso il servizio e a un impulso alla filantropia. Ma tutte queste attività sono profondamente tinte di personale e sono spesso dannose, poiché si cerca d’imporre le proprie idee di servizio e tecniche personali su altri aspiranti. Forse si è sensibili all’impressione, ma spesso si interpreta male la verità e si è influenzati da fini della personalità. Si deve imparare a insistere sul contatto con l’anima e su un’attiva dimestichezza con la vita egoica e non sulla forma di servizio. Posso pregare quanti di voi rispondono a queste idee e all’impressione dell’anima (sovente male interpretando la verità perché ostacolati da scopi personali) di dare la massima importanza al contatto con l’anima anziché al lato forma del servizio. L’attività formale mette in risalto l’ambizione della personalità, velandola con l’annebbiamento del servizio. Se ci si preoccupa del fattore essenziale — il contatto con l’anima — il servizio prestato fluirà spontaneo secondo giuste direttive e darà molti frutti. Se ne è avuta una dimostrazione nel servizio impersonale e nell’ampio flusso di vita spirituale registrati in questi ultimi tempi nel lavoro mondiale, ed è cosa di buon auspicio.

Qual è il campo di questa scienza, e perché la chiamiamo una scienza?

Consideriamo ora il campo del servizio e la sua natura come scienza. Anzitutto il campo del servizio appare come la vita dello Spirito operante nella sfera della natura umana. La prima cosa che l’anima deve fare, quando il contatto è stabilito e l’uomo lo sa nella sua coscienza cerebrale e a causa dell’impressione attiva della mente, è rendere l’uomo consapevole di essere un principio vivente della divinità, e poi preparare la triplice natura inferiore all’osservanza spontanea della Legge di Sacrificio. Così non sarà d’ostacolo alla vita che deve e vuole fluire attraverso essa. È il primo e più difficile compito e oggi impegna tutti gli aspiranti. Non indica forse il punto evolutivo raggiunto dalla maggioranza? Quando il ritmo di questa legge sia imposto e l’impulso naturale dell’uomo incarnato sia di esprimere l’anima e quel ritmo sia una naturale manifestazione giornaliera, l’uomo comincia a “stare nell’essere spirituale” e la vita che scorre in lui, ordinata e naturale, influirà sull’ambiente e su chi lo circonda. Questo effetto può essere chiamato una “vita di servizio”.

Troppo rilievo si è dato al processo tramite il quale assoggettare la natura inferiore alla Legge del Servizio, e si è sviluppata l’idea del sacrificio nel senso peggiore. Questo concetto insiste sul conflitto necessario e inevitabile fra la natura inferiore, operante secondo le proprie leggi, e gli aspetti superiori regolati dalle leggi spirituali.

Il sacrificio dell’inferiore al superiore assume grandi proporzioni e il termine finisce per essere del tutto appropriato. Il sacrificio esiste. Esiste sofferenza. Vi è un doloroso processo di distacco. Occorre uno sforzo prolungato perché la vita fluisca, mentre la personalità solleva, uno dopo l’altro, barriere e ostacoli. Stadio e atteggiamento che si possono guardare con benevolenza e comprensione, poiché alcuni sono così pieni di teorie sul servizio e la sua pratica, che trascurano di servire, e neppure sanno capire quel periodo doloroso che sempre prelude a un servizio più vasto. Le loro teorie bloccano la giusta espressione e chiudono la porta alla vera comprensione.La mente è troppo attiva.

Quando il sé inferiore è subordinato ai ritmi superiori e osserva la Legge del Sevizio, la vita dell’anima fluisce attraverso l’uomo e raggiunge altri, ed ha per effetto di dimostrare vera comprensione e utilità nell’ambiente familiare e sociale. A mano a mano che quel flusso di vita diventa più potente, mediante l’applicazione, l’effetto si estende dal piccolo cerchio familiare a uno più vasto. Diviene possibile una più ampia sfera di contatti, fino a quando (sempre che alcune esistenze siano spese osservando la legge del Servizio) l’influsso della vita emanata assume un carattere nazionale e mondiale. Ma non sarà progettato né perseguito come fine a se stesso.
Sarà un’espressione naturale della vita dell’anima, che prende forma e direzione secondo il raggio dell’uomo e le sue vite passate; sarà regolato e colorato dalle condizioni ambientali — dal tempo, dal periodo, dalla razza e dall’epoca. Sarà un flusso vivente, un donare spontaneo e la vita, il potere e l’amore dimostrati, emanando dai livelli dell’anima, avranno una potente attrazione sulle unità di gruppo con cui il discepolo verrà in contatto nei tre mondi d’espressione dell’anima.

Non vi sono altri mondi in cui essa possa manifestarsi così in questo periodo. Nulla può arrestare la potenza di questa vita di servizio amorevole e spontaneo, a meno che la personalità interferisca. In questo caso il servizio, quale inteso dai Maestri interiori, risulta distorto e alterato in un darsi da fare. Si trasforma in ambizione, nello sforzo di far sì che gli altri servano secondo le nostre idee e nell’amore del potere che lo ostacola, anziché essere amore per i propri simili. In ogni vita esiste un pericolo quando la teoria del servizio viene compresa e la legge superiore è riconosciuta; allora la qualità scimmiesca della personalità e l’ardore di un alto grado d’aspirazione possono facilmente scambiare la teoria per la realtà, e gli atti esteriori di una vita di servizio per il flusso spontaneo e naturale della vita dell’anima attraverso il suo strumento d’espressione.

È sempre necessario migliorare la sottigliezza della discriminazione, e tutti gli studiosi di esoterismo sono oggi esortati a esaminarsi scrupolosamente. Essi fronteggiano un nuovo ciclo di servizio e devono saper sfruttare le opportunità del domani. Grande è la necessità di stare nell’essere spirituale; se questo equilibrio è saldo, è superfluo qualsiasi incitamento da parte di altri a servire. Lasciate che le “Forze della Luce” fluiscano e le schiere dei servitori saranno presto colmate. Che lo “Spirito di Pace” usi la natura inferiore come suo strumento, e pace e armonia regneranno nel campo personale di servizio. Che lo “Spirito di Buona Volontà” domini le menti e non vi sarà posto per lo spirito critico e il diffondersi della discussione distruttiva. Perciò, e per dar vita a un gruppo di servitori capaci di operare secondo autentiche direttive spirituali, si deve insistere sulla necessità dell’Innocuità. Essa favorisce l’afflusso di vita; dissipa le ostruzioni al libero flusso dell’amore, permette alla natura inferiore di sottrarsi alla presa dell’illusione e al potere dell’esistenza fenomenica.

Abbiamo espresso la persuasione che una delle principali scienze della prossima era baserà sull’attiva prestazione del servizio. Abbiamo usato la parola “Scienza” perché il servizio, essendo una qualità spirituale, sarà rapidamente riconosciuto come espressione fenomenica di una realtà interiore, e comprendendolo rettamente si otterrà molta rivelazione sulla natura dell’anima. Il servizio è un metodo per produrre risultati esterni e tangibili sul piano fisico; questa è una prova della sua facoltà creativa, su cui richiamo la vostra attenzione.
Per questo il servizio sarà di diritto annoverato fra le scienze. È uno stimolo, un impulso, una poderosa energia creativa. La creatività del servizio è già stata vagamente riconosciuta nel mondo delle vicende umane sotto vari nomi, come per esempio la scienza dell’educazione vocazionale.
Non manca il riconoscimento né lo studio dell’impulso derivante dalla giusta comprensione dei rapporti sociali. Molto anche si studiano, seguendo questa direttrice, la criminologia e l’educazione della gioventù di tutte le nazioni e gruppi etnici.

Il servizio è, per eccellenza, la tecnica delle giuste relazioni di gruppo, sia che si tratti dell’educazione familiare di un fanciullo antisociale, della saggia assimilazione, in una collettività, di un elemento perturbatore, di come trattare i gruppi antisociali nelle grandi metropoli, della guida dell’infanzia nei centri educativi, o dei rapporti fra religione e politica, e fra nazione e nazione. Tutto ciò fa parte della nuova e crescente Scienza del Servizio. L’imposizione di questa legge dell’anima proietterà luce in un mondo distratto, e libererà delle energie umane in giuste direzioni. Non posso descrivere queste cose che sommariamente.

Il tema è troppo vasto, poiché include il risveglio della coscienza spirituale con le sue responsabilità e la saldatura dell’individuo a un gruppo risvegliato; implica anche l’imposizione di un ritmo più elevato e nuovo sulle vicende del mondo. Si tratta dunque di un lavoro decisamente scientifico che merita l’attenzione delle menti migliori. Infine dovrebbe evocare anche lo sforzo consacrato dei discepoli del mondo.

Quali sono le caratteristiche del vero servitore?

È facile elencarle in breve. Non sono precisamente quelle che si è forse indotti a credere.
Non parlo delle qualificazioni richieste per il Sentiero del Discepolato o quello della Prova.
Queste sono ben note. Sono le cose comuni della vita spirituale e costituiscono il campo di battaglia, o Kurukshetra, della maggior parte degli aspiranti. Qui trattiamo delle qualità che emergono nell’uomo quando opera sotto l’impulso della Legge del Servizio. Esse appaiono quando egli è un vero e proprio canale per la vita dell’anima. Le sue caratteristiche principali sono tre:

1. Anzitutto lo distingue l’innocuità, e la deliberata astensione dalle azioni e parole che potrebbero offendere o provocare malintesi. Egli non nuoce al gruppo con nessuna parola, suggerimento, insinuazione, allusione maligna o esplicito dissenso. Osservate che non ho detto “non nuoce ad alcun individuo”. A chi osserva la Legge del Servizio non occorre ricordare di non nuocere ad alcun individuo. Sovente invece bisogna rammentargli, nell’esuberanza dello stimolo spirituale e dell’aspirazione, di dimostrare l’innocuità di gruppo.

2. La seconda caratteristica è la disposizione a lasciar liberi gli altri di servire come meglio credono, sapendo che la vita che fluisce nel servitore deve trovare i suoi canali e sbocchi, e che volerla dirigere può essere pericoloso e ostacolare il servizio progettato.
Egli cerca dunque di:
a. Aiutare altri a “stare nell’essere spirituale” così come l’impara egli stesso.
b. Aiutare l’individuo a servire nel campo da lui prescelto nel modo da lui desiderato e non come vorrebbe chi lo osserva.

A questo proposito è necessario un chiarimento. Il compito di quanti operano secondo la Legge del Servizio non si esplica primariamente nell’ambito del gruppo cui ho accennato, oggi attivo per effetto di una risposta generale. In genere le sue attività si raggruppano nelle iniziative filantropiche, negli esperimenti educativi o sociali nella vita della comunità. Il numero di coloro che rispondono in questo senso non si conta e la volontà di servire in questo modo non richiede di essere stimolata. La notevole rispondenza alle recenti numerose campagne per la buona volontà ne fu dimostrazione palese. Ma il lavoro del nuovo tipo di servitore si rivolge a chi sta per stabilire il contatto con l’anima e perciò può operare secondo la veniente Legge dell’Acquario. Ciò verte sulla capacità di stare, non solo nell’essere spirituale, ma insieme ad altri, lavorando con essi in modo soggettivo, telepatico e sintetico. Distinzione che merita attenzione, poiché è facile sprecare gli sforzi entrando in un settore già ben governato dal punto di vista della crescita delle unità in quel campo.

3. La terza caratteristica del nuovo servitore è la gioia. Sostituisce la critica (triste portatrice d’afflizione) ed è il silenzio che risuona.

Sarebbe bene riflettere su quest’ultimo concetto, poiché il suo significato non si può tradurre in parole, ma solo in una vita dedicata ai nuovi ritmi e al servizio del tutto. Allora la “gioia sonora” e il “suono di gioia” rivelano il loro vero significato.