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Alice Bailey, Origine del Male e l’Innocuità

Alice Bailey, Origine del Male e l’Innocuità

Tratto da Guarigione Esoterica di Alice Bailey · Prima edizione inglese 1951

LEGGE IX

La perfezione fa affiorare le imperfezioni. Il bene espelle sempre il male dalla forma umana, nel tempo e nello spazio. Il metodo usato dal Perfetto e quello impiegato dal Bene, è l’innocuità. Questa non è passività, ma equilibrio perfetto, visione globale e comprensione divina.

Quanto ho scritto in queste pagine fa risalire il soggetto della malattia alla remota epoca delle origini, dove la mente umana non è capace di penetrare. Ecco perché ho dedicato tanto spazio a studiare le cause della malattia; più della metà di quanto voglio esporre è contenuta in questa prima parte del Trattato.

Ormai essa è pressoché conclusa, e stiamo per addentrarci in quella che alcuni riterranno la sezione più utile e pratica dell’insegnamento su questo tema. Non ho mai voluto esaminare, come sapete, la patologia o i sintomi delle molte infermità che affliggono il genere umano. Infatti, intendo soprattutto insistere sulle cause soggettive della maggioranza delle malattie. È un proposito giusto.

La grandissima importanza che l’uomo annette alla malattia è imbarazzante per l’anima, poiché conferisce indebita preminenza alla forma, per sua natura effimera e sempre mutevole, mentre, per l’anima, le vicissitudini del corpo valgono solo in quanto contribuiscono ad arricchire la sua esperienza.

Ciò che conta veramente sono le cause, avviate dall’uomo di vita in vita; esse si manifestano come malattia, come circostanze e avvenimenti disastrosi, come l’insieme di tutte quelle situazioni che condizionano ogni singola incarnazione. L’uomo deve imparare ad agire su queste cause, a riconoscerle, a scoprire l’energia condizionante che provoca l’effetto, per poi annullare la causa opponendole una volontà ben esercitata. Il karma non è qualcosa d’inesorabilmente ineluttabile, né un evento tremendo. Lo si può modificare; ma per farlo, specie in fatto di malattia, occorre agire in quattro direzioni:

  • Accertare la natura della causa e il campo della coscienza in cui fu messa in moto.
  • Sviluppare le qualità che sono l’opposto polare della causa effettiva.
  • Praticare l’innocuità per arrestare l’azione causale e prevenire ogni ulteriore intensificarsi del disturbo.
  • Prendere i provvedimenti fisici necessari per stabilire le condizioni volute dall’anima. Queste misure includeranno:
    1. Arrendevolezza mentale per accettare il fatto della conseguenza che — nel caso considerato in rapporto al karma, è la malattia.
    2. Attenersi con buon senso alla procedura medica ordinaria.
    3. Assistenza da parte di un guaritore o di un gruppo di essi, per la cura interiore spirituale.
    4. Chiara visione dei risultati che si attendono. Ciò significa prepararsi a una vita fisica più utile, o alla grande transizione che chiamiamo morte.

Ma questi pensieri saggi e queste attività assennate non bastano: occorre anche accettare l’esistenza di certe condizioni generali che in questo periodo mondiale si manifestano come cattiva salute, non solo per l’umanità, ma anche per i tre regni subumani. La Legge di Imperfezione esiste perché le Grandi Realtà (presenti in ogni mondo fenomenico), sono anch’esse in stato di sviluppo evolutivo. Pertanto, fin quando quegli Enti spirituali non avranno il “sublime controllo”, com’è chiamato, sulla sostanza delle Loro forme fenomeniche, queste non saranno divinamente perfette. La malattia è solo una forma di imperfezione transitoria, e la morte è solo un metodo per riconcentrare l’energia, prima di rinnovare l’attività, che tende sempre e senza sosta al miglioramento.

Se capirete il senso delle sette stanze che mi accingo a comunicarvi, finirete per isolare le sette cause psicologiche della malattia inerenti alla sostanza di tutte le forme di questo ciclo mondiale, in quanto infuse dall’energia vitale degli “Dei imperfetti”.

Dicono le Sacre Scritture che i Sette Spiriti stanno “davanti al Trono di Dio”, e quindi non sono per ora in grado di salirvi, in senso simbolico, poiché la loro espressione divina non è ancora perfetta. I Signori dei Sette Raggi hanno valore spirituale maggiore e più elevato di quelle grandi Entità che compongono il Concilio del Signore del Mondo di Shamballa.

Essi sono i Rappresentanti delle sette Energie viventi che informano i sette pianeti sacri, ma non sono divinamente progrediti quanto quelle. Il problema dell’umanità deriva non solo dal fatto che quelle sette Energie che informano e vitalizzano sono “contaminate da imperfezioni”, ma è reso più complesso poiché lo stesso Signore del Mondo a confronto, ad esempio, del Logos solare, è lungi dall’essere perfetto: ecco perché la Terra non è un pianeta sacro.

Sanat Kumara, si dice, è il divino prigioniero di questo globo, quivi costretto “fino a quando l’ultimo stanco pellegrino non sia tornato a casa”. Tale è il Suo grave karma, che pure è l’espressione del Suo desiderio e della Sua gioia; gli “stanchi pellegrini” sono gli atomi (umani o non umani) del Suo corpo, e sono imperfetti per via delle Sue imperfezioni; Egli sarà liberato quando tutte quelle particelle saranno “risanate”.

Ricordate dunque che le sette stanze che seguono indicano la qualità delle energie discendenti, con le imperfezioni che queste convogliano in tutte le forme vivificate dal nostro Logos planetario.

Le Sette Cause di disarmonia e malattia insite nei Sette Raggi

  1. “Il Grande stabilì da sé di seguire da solo il proprio sentiero scelto. Non tollerò interferenze. Durante il suo cammino s’irrigidì. Di piano in piano, questa sua durezza crebbe e si fece più intensa. La sua volontà divenne stabile, cristallina, brillante, fragile e dura. Il suo potere fu quello di cristallizzare.
    Portò, non la volontà-di-vivere, ma la volontà-di-morire. La morte fu il suo dono alla vita. Infondere e diffondere non Gli piacquero. Egli amò e cercò l’astrazione”.

In rapporto alla malattia, la stanza va intesa nel senso che l’imperfezione di quest’energia divina determinò l’attitudine peculiare a cristallizzare, indurire, creare attrito e innescare quel grande processo di astrazione che chiamiamo morte. Altri effetti sono i molteplici processi di cristallizzazione, atrofia e senilità che si avvertono nella forma fisica.

2. “Il Grande pervase con la sua vita tutte le parti e ogni aspetto della manifestazione. Dal centro alla periferia e dalla periferia al centro Egli irruppe, diffondendo vita in abbondanza, vivificando di sé tutte le forme, causando moto in eccesso, espansione sconfinata, crescita copiosa e accelerazione indebita.
Non sapeva cosa voleva, poiché voleva tutto, desiderava e attirava tutto, e a tutti dava troppo”.

L’imperfezione di questa grande energia edificante, che vitalizza e dà potente coesione, sta nell’eccesso di stimolo, di incremento, di accumulo, di costruire troppe forme, nell’attrarre troppi atomi e determinare una situazione che (in senso esoterico) “soffoca la vita”, ed è un’altra forma di morte, causata da troppa vitalità, che influisce sul sangue e costruisce entro forme già edificate, e sovente crea un veicolo eterico troppo potente per la forma exoterica e fisica.

Ne sono effetti, ad esempio, i tumori, il cancro, le escrescenze, lo sviluppo sproporzionato di parti del corpo, gli ingrossamenti di taluni organi, la comparsa di parti corporee in sovrannumero.

3. “Il Grande raccolse qua e là. Scelse e rifiutò. Accolse questo potere, ricusò quell’altro. Non conformò il proprio scopo a quelli dei suoi sei Fratelli. Prese una forma, ma non gli piacque; la gettò, ne scelse un’altra. Senza stabilire meta o piano, visse nell’illusione e se ne compiacque. Oppresse il buono e il cattivo, pur usandoli entrambi.
Da un lato diede origine all’eccesso, dall’altro alla carestia. Questi estremi condizionarono la sua scelta della sostanza vivente: pose assieme cose non conformi, ne vide allora il deludente triste risultato. Formò piani, ma il proposito gli mancava. Rinunciò, disperato”.

Il principale effetto di questo imperfetto “manovrare” e manipolare, com’è stato chiamato, è di natura astrale, e determina stati di salute cagionevole, con tutte le spiacevoli conseguenze già studiate in questo Trattato. E poiché l’energia del terzo raggio è quella della sostanza stessa, le sue imperfezioni appaiono in profusione nella tendenza umana alla malattia. L’annebbiamento deriva dall’abuso di energia di terzo raggio per fini egoistici e personali, e si manifesta soprattutto sul livello astrale, che è il sesto. Da questa manipolazione del desiderio, sfrenatamente rivolto a soddisfazioni materiali, nascono i disordini gastrici e intestinali, e in genere tutte le malattie dello stomaco, che devastano l’umanità civile assai più che i popoli primitivi; ma anche devitalità e certi disordini cerebrali.

4. “Il Grande lottò e scese in guerra. Quanto incontrò fu per lui motivo per sfoggiare potenza. Nel quarto trovò un campo di battaglia e si dispose a combattere. Vide il giusto, conobbe l’errore e oscillò fra i due, assalendo prima l’uno, poi l’altro, ma sempre lontano da quel punto di mezzo dove non esiste battaglia, ma solo armonia, calma, riposo e silenzio pieno di pace. Indebolì tutte le forme che da lui traevano forza e potenza.
Eppure perseguì sempre la bellezza, ricercando la leggiadria e desiderando la pace. I cicli lo portarono alla disperazione, e la volontà-di-vivere non poteva sopravvivere nella disperazione. Eppure, durante tutto il tempo, la bellezza era lì.”

Ciò indica con chiarezza perché l’umanità (il quarto regno) soccomba tanto facilmente e rapidamente alla malattia. I conflitti cui continuamente reagisce, sia in forma collettiva che individuale, comportano, finché intesi e usati come mezzo per trionfare e progredire, una continua diminuzione di vitalità. Ne segue che la sua capacità di resistere al male cala, ed essa resta aperta praticamente a tutte le specie d’infermità corporali. Disperdere energia equivale a indebolire la facoltà di resistenza; ciò spiega la debilità, e la prontezza con cui si cede malamente alle malattie inerenti allo stesso pianeta, il rapido diffondersi delle infezioni e dei contagi. Questa energia del conflitto è la causa delle epidemie, e l’influenza è una delle sue maggiori manifestazioni.

5. “Il Grande si levò nella sua collera e si trasse in disparte. Allontanò da sé le grandi dualità e vide soprattutto il campo del molteplice. Ovunque produsse scissioni. Con pensiero potente operò per l’azione separativa. Con gioia si diede a costruire barriere.
Non tollerò comprensione, non conobbe unità, poiché fu freddo, austero, ascetico e sempre crudele. Si pose fra il centro amorevole e tenero di tutte le vite, e la cerchia esterna degli uomini che lottano. Ma non nel mezzo, e nessuna delle sue azioni valse a colmare la breccia. Allargò tutte le fessure, eresse muraglie, e cercò di allargare tutte le scissioni.”

È assai difficile descrivere l’imperfezione dell’energia del Signore del quinto raggio.

L’azione della sua energia, che opera specialmente sul quinto piano della mente, è la fonte di molti turbamenti psichici e mentali. La sua caratteristica principale è appunto la scissura: separazione entro l’individuo, e fra questi e l’ambiente, il che lo rende anti-sociale. Già ne ho parlato altrove ( Trattato dei Sette Raggi, vol. II°, Psicologia esoterica) e non è dunque necessario ripetere. Ne derivano, fra l’altro, certe forme di pazzia, lesioni cerebrali e dissociazioni fra il corpo fisico e i corpi sottili, causa d’idiozia e turbe psichiche. Altra malattia provocata dall’energia di quinto raggio è l’emicrania, per mancanza di rapporto fra i campi d’energia della ghiandola pineale e del corpo pituitario.

6. “Il Grande amò se stesso negli altri, e in ogni forma. Da ogni lato vide oggetti di devozione, che erano sempre se stesso. Riversò se stesso negli altri, in cerca di una risposta che non ebbe mai. In modo ineluttabile, i contorni delle forme amate si confondevano e svanivano, crescevano un po’ e scomparivano. Poco a poco gli oggetti della sua devozione sparivano, rimaneva solo un mondo di ombre, di foschia, di nebbie.
Guardando se stesso, egli disse: “Signore delle Nebbie, ecco quello che sono, l’Angelo della Confusione. Nulla mi è chiaro. Amo, e tutto mi pare errato! Eppure so che l’amore è giusto, che è lo spirito dell’universo. Dov’è l’errore?”.

In modo assai curioso, la potenza del sesto raggio (in quanto alimenta il desiderio) è responsabile di molte malattie dovute al cattivo uso delle funzioni sessuali. Desiderio, confusione, debolezza, perversione, soddisfazione intensa dei piaceri sessuali e d’altro genere provengono dall’abuso di quell’energia. Lo smarrimento indotto dal desiderio esige con violenza l’appagamento e quelle azioni, a volte giuste, a volte no, che lo consentono. Gli effetti sono numerosi e svariati, dal crudele sadismo alla libidine, dai matrimoni basati sull’appetito sessuale, a quelle condizioni che causano molte varietà di malattie veneree. La chiave per intendere questo problema di natura mondiale sta in un antico detto, per cui “l’imperfezione del Signore del sesto raggio aprì la via a un errato connubio fra i poli”.

7. “Il Grande raccolse in sè le sue forze e affermò l’intento di creare. Creò l’oggettivo, il visibile. Guardò le sue creature, ma non gli piacquero, e così distolse l’attenzione; quelle allora morirono e scomparvero.
Non ebbe successo durevole, e nel suo viaggio nel mondo della vita esteriore altro non vide che fallimento.
Non capì le necessità delle forme. Ad alcune concesse troppa vita, ad altre, poca; così tutte morirono senza dispiegare la bellezza del Signore che aveva dato loro la vita, ma che mancò di dar loro comprensione. Egli non sapeva ancora che solo l’amore sostenta.”

Gli effetti di questa forza di raggio sono molto peculiari, e poiché oggi è in fase crescente, saranno in futuro molto più notevoli che in passato. Questa è l’energia responsabile, in gran parte, delle infezioni e delle malattie contagiose. La nota dominante del settimo raggio è di unire, a livello fisico, vita e materia. Se quest’opera è imperfetta, unisce invece (cercate di capirne le implicazioni) la Vita, le vite e la generale vitalità del processo creativo. Ne sono simbolo la promiscuità e l’incessante mobilità di scambi della vita entro tutte le vite. Ne risulta l’attività dei germi e dei batteri nel mezzo vitale che meglio li alimenta.

Sono concetti ardui e astrusi, ma è bene ponderarli, perché la profonda riflessione conduce alla comprensione. Qualsiasi malattia è effetto dell’azione o dell’inattività di qualcuna delle sette energie che scorrono nel corpo umano. Tutte le infermità fisiche sono dovute a queste energie imperfette, allorché colpiscono i centri, vi penetrano e li attraversano.

Tutto dipende dalla condizione dei sette centri del corpo umano; le energie sono impersonali, e portano vita, malattia o morte, stimolano le imperfezioni del corpo o lo risanano.

Per quanto riguarda l’uomo, ciò dipende dallo stato del fisico, dall’età dell’anima e dal karma.

Vi esorto a non interpretare male il senso del termine “imperfezione”, ripetutamente usato da me in rapporto ai grandi Esseri, che esprimono un livello di divinità pur sempre irraggiungibile dall’uomo su questo pianeta. Ricordate che questo sistema solare è il secondo, e che nel primo sistema solare ebbe soprattutto valore la materia intelligente; allora, lo scopo del più alto iniziato era il controllo perfetto della materia, sviluppare la mente e manifestare uno spiccato materialismo. Tali furono le mete, in quel remotissimo passato, che in questo sistema segnano invece la sconfitta umana. Infatti, questo sistema solare, includendo tutti i pianeti e la Terra, ha una meta diversa, cioè manifestare il secondo aspetto divino, l’amore, mediante la materia impregnata dalle qualità sviluppate nel precedente sistema. Ciò che per quest’ultimo fu la perfezione ora non lo è più. Pertanto, quelle Grandi Entità che sono la somma di tutto ciò che è, operano con e sulla sostanza già intinta di qualità che devono essere trascese, perché non più suscettibili di progresso.

Ecco quali sono le imperfezioni di cui abbiamo detto: i sette aspetti della materia intelligente; quivi hanno sede ed espressione le malattie. Il corpo fisico non è un principio; lo fu nell’altro sistema solare. In questo i principi sono diversi, e la collisione fra ciò che è e ciò che sarà (e che vuole essere) causa, sul piano fisico, malattia e morte. Meditate questi concetti e badate che la vostra visione sia ampia il più possibile, se volete comprendere veramente alcune fra le cause delle infermità e dei disturbi fisici.

♾️ Tratto da Guarigione Esoterica di Alice Bailey · Prima edizione inglese 1951