Negli insegnamenti della Teosofia, HP Blavatsky e i Maestri descrivono l’essere umano come costituito da Sette Principi, divisi in una Triade Superiore e un Quaternario Inferiore. Questi sette principi o aspetti della nostra natura sono: la parte divina, la parte spirituale, la parte intellettuale, la parte emotiva, la parte vitale, la parte astrale e la parte fisica. I primi tre di questi costituiscono la Triade Superiore e sono eterni (permangono di vita in vita) mentre i quattro inferiori sono mortali ( si rinnovano ad ogni rinascita o incarnazione).
Nel testo “la Chiave della Teosofia” di H.P.Blavatsky, troviamo questi principi così classificati:
LA TRIADE SUPERIORE
7° PRINCIPIO – ATMA
Âtmâ, in sanscrito significa “Sè”, è il principio supremo. È il Sé Superiore, il Sé Divino, il Sé Reale dell’essere umano. È qui che tutto è veramente uno, è il “Tutto in Tutto” come una goccia è parte integrante dell’oceano che la circonda e ogni singola goccia è simile per composizione e natura a ogni altra goccia e all’intero oceano stesso. È quella realtà che si manifesta su tutti i piani, l’unica Eterna Esistenza, da cui provengono tutte le cose e senza il quale nessun piano inferiore potrebbe venire all’esistenza. In realtà, qui stiamo cercando di descrivere ciò che per natura non è descrivibile o definibile ma che si può solo sperare, con una lunga e paziente meditazione, di percepirne vagamente il significato.
6° PRINCIPIO – BUDDHI
Buddhi è il secondo Principio più alto della costituzione dell’uomo, viene definito come la coscienza spirituale o anche come l’Anima spirituale nell’uomo. E’ il veicolo attraverso il quale Atma irradia la sua luce e insieme – Atma e Buddhi – costituiscono la Monade (“l’unità primaria”, “l’unità ultima” del nostro essere).
Si dice che Buddhi sia la sede dell’intuizione ma la Blavatsky scrive: l’intuizione è in Manas per la maggiore o minore luce che vi viene data da Buddhi, sia che sia molto o poco assimilata a Buddhi…Buddhi di per sé non può avere né intuizione, né non-intuizione, né altro; è semplicemente il legame cementante, per così dire, tra lo Spirito superiore e Manas (tra il Sè e l’Ego). Sul piano fisico dell’esistenza, Buddhi – essendo universale, puro, spirituale, soggettivo e quasi del tutto indifferenziato e incondizionato – è solo coscienza latente, un principio passivo sino a quando non viene reso cosciente dalla sua unione con le facoltà superiori di Manas.
Il Maestro Kut Humi , in una delle sue lettere, solleva la stessa questione affermando che Manas, il quinto principio, può diventare “centrato in Buddhi”. In effetti, non solo può essere centrato in Buddhi, ma il suo vero scopo e scopo eterno è quello di farlo. E questo può accadere man mano che evolviamo e purifichiamo i nostri tre veicoli inferiori (il corpo fisico, emotivo e mentale) e quindi sviluppiamo una connessione e una consapevolezza più forte con la nostra anima umana o corpo causale( quinto principio).
5° PRINCIPIO – MANAS
Il quinto principio, Manas , è l’anello di congiunzione tra la nostra natura pura, eterna, spirituale e la nostra natura mortale, fisica, materiale, personale. La parola Manas deriva dalla parola sanscrita man, radice del verbo pensare; è il Pensatore in noi, di cui si parla vagamente in Occidente come mente. Va precisato che mente e cervello per la Teosofia non sono la stessa cosa; il cervello è solo un organo, un veicolo materiale, attraverso il quale la mente è in grado di funzionare e operare sul piano fisico. La mente non richiede né usa il cervello quando funziona su altri piani di esistenza non fisici. Il cervello dura solo per la durata di una vita, ma la mente continua. La mente e l’azione del pensiero sono qualcosa di metafisico, non fisico o materiale. Per questo , nella letteratura teosofica, la parola mente è sinonimo di Anima. Naturalmente, coloro che negano l’esistenza dell’Anima sosterranno che non esiste una cosa come la coscienza separata dal cervello, e alla morte la coscienza quindi cessa, ma gli occultisti, al contrario, affermano non solo che la coscienza esiste dopo la morte ma che è anche solo allora – quando non è più ostacolata dalla materia terrestre – che comincia la vera coscienza e libertà dell’Ego.
Va anche detto che “Anima” è un termine generico poichè negli uomini vi sono tre aspetti dell’Anima: quello terrestre, o animale; l’anima umana; e l’Anima Spirituale; del primo aspetto, nulla rimane dopo la morte; del secondo ( nous o Manas) sopravvive solo la sua essenza divina se lasciato incontaminato, mentre il terzo oltre ad essere immortale diventa consapevolmente divino, mediante l’assimilazione del Manas superiore”.
Come Entità pensante e anche come forma eterea, Manas è l’immortale che porta i risultati e i valori di tutte le diverse vite vissute sulla terra o altrove. La sua natura diventa duale – nelle sue funzioni – non appena si incarna in un corpo, dove la mente può gravitare o verso Buddhi (mente superiore) o verso Kama (mente inferiore, sede delle passioni e istinti animali).
L’ Anima Umana è un composto nella sua forma più alta, di aspirazioni spirituali, volizioni e amore divino; e nel suo aspetto inferiore, di desideri animali e passioni terrene. Ogni essere umano, ci dice la Blavatsky, ha in sé questi due aspetti (Manas superiore e manas inferiore), uno più attivo dell’altro, e in casi rari uno di questi è del tutto carente nel suo sviluppo o, per così dire, paralizzato dalla forza e predominanza dell’altro aspetto.
Nei suoi scritti la Blavatsky fa una chiara distinzione fra manas inferiore (o Ego inferiore, attratto da Kama, la sede dei desideri e delle passioni animali) e Manas superiore (o Ego Superiore, l’Ego pensante, conscio, rivolto verso l’Anima Spirituale) e scrive:
Se passiamo all’Anima Umana, Manas o mens, tutti concorderemo sul fatto che l’intelligenza dell’uomo è, a dir poco, duale. Ad esempio, l’individuo di alta levatura mentale difficilmente può diventare di bassa levatura; e un abisso separa l’uomo di spiccato orientamento intellettuale e spirituale dall’individuo di mente ottusa, stupida, per non dire animalesca.[…] Non si deve dimenticare, però, che il Manas Inferiore è lo stesso, nell’essenza, del Superiore poichè il Manas è, per così dire, un globo o pura Luce Divina; un Raggio dall’Anima del Mondo, una unità dalla Sfera Suprema, in cui non c’è differenziazione. Ad ogni incarnazione un nuovo Raggio viene emesso, eppure nella sostanza è lo stesso Raggio, poichè l’essenza è sempre una, la stessa in voi, in me e chiunque altro. Quindi l’energia dell’Ego Superiore si incarna in mille corpi.
Insieme, il 7° e il 6° Principio – indicati come la Monade – possono essere descritti come il nostro Sé Universale . Il 4°, 3°, 2° e 1° Principio possono essere collettivamente descritti come il nostro sé personale . Manas, il 5° Principio, è il nostro sé individuale , e si trova tra i due, avendo piena libertà di scelta e responsabilità se ascendere in coscienza verso il suo Sé Universale e fondersi così con la Sorgente Divina o lasciarsi affondare verso il basso nella coscienza e vivere come il sé temporaneo, illusorio, personale. Manas, come possiamo vedere, si trova fra due stati di coscienza (Buddhi e Kama) e non può andare in entrambe le direzioni contemporaneamente, deve fare una scelta ed è per questo che nella vita, la mente diventa il nostro principale campo di battaglia. In altre parole, si trova continuamente di fronte alla scelta tra spiritualità e compiacimento dei sensi (sensualità) e deve scegliere l’una o l’altra, poiché la natura spirituale e la natura sensuale non possono mai e non potranno mai mescolarsi o incontrarsi. Bulwer Lytton ha fatto eco a questa antica verità quando ha affermato che l’anima può riflettere sia il cielo che la terra, ma mai entrambi allo stesso tempo. Quello che sceglierà plasmerà e determinerà il suo destino e il suo futuro progresso evolutivo. Lo stato futuro e il destino karmico dell’uomo dipendono dal fatto che Manas graviti più verso Kama o più verso Buddhi , l’ Ego spirituale .
William Quan Judge, nel suo libro “L’oceano della Teosofia” ci dice che Manas è colui che conosce , colui che percepisce , colui che pensa. La quantità totale dei pensieri della vita costituisce il flusso o il filo della meditazione di una vita – ciò su cui era posto il cuore – ed è immagazzinato in Manas , per essere riportato fuori (in qualsiasi momento), in qualunque vita il cervello e gli ambienti corporei siano simili a quelli usati per generare quella classe di pensieri. È Manas che vede gli oggetti che gli vengono presentati dagli organi del corpo. Quando l’occhio aperto riceve un’immagine sulla retina, l’intera scena si trasforma in vibrazioni nei nervi ottici che scompaiono nel cervello, dove Manas è in grado di percepirle come idea. E così accade con ogni altro organo o senso.
IL QUATERNARIO INFERIORE
Il quaternario inferiore comprende le quattro parti costituenti dell’uomo transitorie che non solo possono venir separate l’una dall’altra, ma ciascuna di esse è anche soggetta – in tempi diversi – alla disintegrazione.
4° PRINCIPIO – KAMA
Il quarto principio, Kama (dal radice verbale sanscrita kâm “desiderio”), è il principio del desiderio nell’essere umano quando è in incarnazione fisica. Quando l’uomo muore, il principio Kama si trasforma in Kama-Rupa, che letteralmente significa “forma del desiderio”. A volte Kama viene definito “anima animale” perchè su questo piano di coscienza si manifesta anche la natura più animalesca dell’essere umano.
Essenzialmente, Kama è la nostra natura emotiva, la sede delle emozioni, dei desideri e delle passioni umane, dei sentimenti di attrazione e repulsione. La maggior parte delle persone, cosi come la psicologia occidentale, ritiene che “passioni e desideri” derivino dal corpo e per questo vengono spesso designati come “desideri carnali o appetiti carnali” ma gli antichi, come pure i Teosofi, sanno che essi costituiscono un principio in sé e non semplicemente gli impulsi del corpo; passioni e brame non sono prodotti del corpo ma sono al contrario la causa da cui deriva il corpo. Sono precisamente la passione ed il desiderio che ci fecero nascere e che ci faranno rinascere in qualche corpo su questa terra o su di un altro globo. È per mezzo delle passioni e dei desideri che ci evolviamo, attraverso le dimore della morte chiamate vite sulla terra. Fu il sorgere del desiderio, nell’esistenza una ed assoluta, che condusse al manifestarsi di tutti i mondi, ed è l’influenza del desiderio stesso che mantiene ora in esistenza il mondo.
Questa manifestazione di Kama si trova anche in un passo dell’Inno della Creazione del Rig Veda, uno dei più antichi testi dell’induismo che afferma:
In principio il desiderio venne prima di tutto,
fu il primo seme della mente.
Il quarto principio è la base dell’azione ed è ciò che muove il volere ( o il motore della volontà). Come dicevano gli antichi Ermetici: “Dietro al volere sta il desiderio”. Infatti tanto se vogliamo fare del bene quanto del male( ‘Bene e male’ significano, rispettivamente, in armonia o in contrasto con il flusso naturale dell’evoluzione), è necessario che destiamo innanzitutto in noi il desiderio dell’una o dell’altra cosa. Kama, come desiderio, esiste in ogni essere nell’universo ed opera secondo lo stato evolutivo di quell’essere.
Come la mente(manas) può rivolgersi verso l’Ego Superiore o verso l’ego inferiore, cosi la nostra natura emotiva può rivolgersi verso l’alto o verso il basso, può essere degradata o purificata. In Kama, come principio del desiderio, ci sono gli elementi che spingono alla crescita sia fisicamente (Kama-Prana) che psichicamente; per la persona che sta percorrendo il sentiero spirituale, è importante controllare il desiderio e renderlo un servitore delle proprie aspirazioni più profonde. L’uomo deve imparare a dominare e purificare Kama, sino a quando non rimane che la sua energia come forza motrice, e quell’energia viene diretta interamente dalla volontà manasica (Manas Superiore). L’esortazione data dalla Teosofia è di utilizzare l’attività data dal quarto principio per le nostre aspirazioni più pure e profonde e non cadere sotto il dominio dei nostri istinti più bassi con l’annichilimento, l’egoismo e l’indifferenza.
3° PRINCIPIO – Linga-Sharira
Linga Sharira, termine sanscrito che significa “corpo”, è la struttura sottile, con la stessa forma del corpo fisico e karmicamente determinata, che assorbe Prana e lo trasmette alla struttura fisica. Corpo eterico, corpo vitale, döppelganger, corpo astrale (da non confondere con l’anima astrale), sono solo alcuni dei tanti nomi che sono stati dati al secondo principio (per alcuni teosofi il terzo principio) della costituzione umana.
Negli scritti della Blavatsky si legge:
Questo corpo sottile è composto di materia altamente eterializzata; nel suo abituale stato passivo, il duplicato perfetto ma invisibile del corpo; la sua attività, consolidamento e forma dipendono interamente dal kama. [Frammenti di verità occulta]
Il Liṅga-Sarîra è il veicolo del Prâṇa, e sostiene la vita nel Corpo. È il serbatoio o la spugna della vita, che la raccoglie da tutti i regni naturali intorno, ed è l’intermediario tra i regni di vita Pranica e fisica. La vita non può passare immediatamente e direttamente dal soggettivo all’oggettivo, poiché la natura passa gradualmente di sfera in sfera, senza saltarne nessuna. Il Liṅga-Sarîra prende la vita dall’oceano di Jiva e la pompa nel corpo fisico come Prana. Perché la vita è, in realtà, Divinità, Parabrahman, la divinità universale. Ma per potersi manifestare sul piano fisico, deve essere assimilata dalla materia di quel piano; questo non può essere fatto direttamente, poiché ciò che è puramente fisico è troppo grossolano, e quindi ha bisogno di un veicolo: il Liṅga-Sarîra. [scritti raccolti vol. XII]
Linga-Sharira è come una matrice o uno stampo di materia eterea in cui sono costruiti gli atomi del corpo fisico. È questo modello, inondato di prana, che preserva la nostra identità fisica. Ci è stato detto dagli scienziati che in un periodo di sette anni, più o meno, la materia del corpo fisico si rinnova completamente. Ogni giorno perdiamo atomi che vengono sostituiti da altri. Siamo quindi esseri fisici diversi oggi da ciò che eravamo, ad esempio, dieci anni fa. Il fatto che ogni corpo conserva le proprie caratteristiche di struttura, nonostante il flusso continuo di atomi in entrata e in uscita che continua ininterrottamente per tutta la nostra vita, è dovuto a questo corpo-modello che esistendo nel fisico, molecola per molecola e cellula per cellula, mantiene la forma in modo che anche le cicatrici, le deformità o le semplici rughe si perpetuino.
2° PRINCIPIO – PRANA
Il secondo principio è il Prana (in sanscrito, da pra , prima, e dalla radice verbale an , respirare, vivere), il principio vitale. Questa è la forza vitale indispensabile per i principi inferiori. Durante tutto il processo di apprendimento dell’anima, la crescente purezza di Kama , il quarto principio, è un fattore essenziale affinché le energie vitali del Prana vengano utilizzate in modo corretto.
1° PRINCIPIO – STHULA SHARIRA
Il primo principio, Sthula-Sharira o Rupa in sanscrito, è il corpo fisico. Durante la vita umana, riceve gli effetti del tipo di lavoro svolto da tutti gli altri principi, e svolge fedelmente il ruolo del loro veicolo. La regola generale è che quanto più attivi sono i principi superiori, tanto migliore è la salute e la longevità del corpo fisico. Le numerose eccezioni sono dovute alle sfide karmiche (sia individuali che collettive) affrontate durante il percorso di vita. Abbiamo molti esempi nella vita di mistici e pensatori di ogni epoca, inclusa la vita di HP.Blavatsky (il cui lavoro sui piani interiori le ha causato limitazioni fisiologiche) e la breve esistenza di Subba Row, un avanzato discepolo dei Mahatma. Una vita astratta, dedicata ai livelli elevati di coscienza, può anche causare una vita biologicamente breve, per l’abnegazione, o per una marcata indifferenza alle cose del mondo. In generale, tuttavia, la buona salute dell’anima è un fattore che conduce a una buona salute del corpo fisico. Gli antichi hanno come motto questa frase: “Una mente sana in un corpo sano”.
Ci sono alcuni fatti interessanti connessi con il corpo fisico, o sthula-sarira, che la teosofia ha sempre insegnato ma che la scienza fisica ha scoperto solo di recente. Uno di questi fatti è che la materia fisica (come il corpo) è in realtà simile a una schiuma, piena di spazi vuoti, qualcosa come una spugna; ci viene detto dagli scienziati che se tutto il materiale sparso in questo nostro corpo apparentemente solido fosse raccolto in una massa compatta, in realtà occuperebbe uno spazio delle dimensioni della cruna di un ago!
Questo è uno dei tanti paradossi o apparenti contraddizioni che abbondano in natura e che rendono così affascinante lo studio dei suoi processi. Più grossolana appare una sostanza, più schiumosa è effettivamente, e quindi più illusoria. I nostri corpi appaiono solidi perché sono formati da particelle di materia in movimento così inconcepibilmente rapido che ai nostri sensi sembrano solidi. Proprio come quando facciamo roteare abbastanza velocemente un bastoncino acceso, vediamo quello che sembra essere un cerchio di fuoco completo. Questo aspetto della materia può indurci alla riflessione che le cose reali, le cose permanenti, sono invisibili ai nostri sensi fisici. Non vediamo nemmeno la materia fisica, ma solo le forme che assume nell’incomprensibile rapidità delle sue vibrazioni.
DIVERSE CLASSIFICAZIONI
La nomenclatura dei principi sopra esposti, nel corso del tempo, ha subito alcune variazioni. Ad esempio , il Buddhismo esoterico modificò la nomenclatura in modo significativo usando “anima animale” per il quarto principio e adottò una nuova espressione, “anima umana”, per il quinto. Annie Besant e C.W. Leadbeater adottarono il termine doppio eterico o corpo vitale per descrivere la parte dell’essere umano originariamente chiamata corpo astrale. Per un approfondimento su questo tema si rimanda alla lettura dell’articolo di Doss Mc David ” I princìpi dell’uomo nella prima letteratura teosofica
NOTE FINALI
La Teosofia insegna che al punto attuale dell’evoluzione dell’uomo egli è un quaternario completamente sviluppato con i principi superiori parzialmente sviluppati. La maggior parte delle popolazioni si rivelano essere mosse dalla passione e dal desiderio. Ciò è dimostrato da uno sguardo alle civiltà della terra, poiché sono tutte mosse da questo principio, e in paesi cosiddetti civilizzati, una sua glorificazione si esibisce nell’attenzione all’esibizione, alla lotta per il potere, e in tutte le abitudini e modi di vivere in cui la gratificazione dei sensi è talvolta stimata come il sommo bene. Ma poiché la Mente si evolve sempre di più man mano che procediamo nel nostro percorso lungo la linea dello sviluppo della “specie”, si può percepire in tutti i paesi l’inizio della transizione dell’uomo rivolto verso l’ego inferiore all’uomo rivolto verso l’Ego Superiore. Questo giorno è noto ai Maestri, che hanno divulgato alcune delle vecchie verità, come il “periodo di transizione“. Anche se la scienza e la religione pensano che siamo come saremo sempre, il teosofo vede tutt’intorno a sé l’evidenza che la mente dell’umanità sta cambiando, che i vecchi tempi del dogmatismo stanno per lasciare il posto all’era dell’indagine”, che le domande cresceranno di anno in anno e saranno richieste risposte per soddisfare la mente che si espande sempre più, finché alla fine, essendo finito ogni dogmatismo, la “nostra specie” sarà pronta ad affrontare tutti i problemi, ognuno per sé, lavorando tutti per il bene del tutto, e che la fine sarà il perfezionamento di coloro che lottano per “vincere il bruto”. Per questi motivi le vecchie dottrine vengono nuovamente divulgate e la Teosofia esorta ciascuno a riflettere se cedere all’ego inferiore o se rivolgersi verso l’alto, verso il Sè.
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FONTI BIBLIOGRAFICHE E SITOGRAFICHE
– La Dottrina Segreta, vol. 2°
– Transazioni della Loggia Blavatsky [1]
– Istruzioni Segrete per Probandi di una Scuola Esoterica Arcana
– The Septenary Principle in Esotericism
• A. Besant: L’uomo ed i suoi corpi
– The Seven Principles of Man
• Judge W, L’oceano della Teosofia
– Kama o Desiderio
• T. Subba Row: Esoteric Writings, Bombay 1895
• Glossario Teosofico
• blavatskytheosophy.com
• www.theosociety.org
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