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Venere, Gemelli e gli Occhi

Venere, Gemelli e gli Occhi

L’occhio è la luce del corpo;
se invece di due, avrai un occhio solo,
il tuo intero corpo risplenderà di luce.
La Bibbia, Matteo, 6:22

Il segno dei Gemelli (♊︎) governa tutto ciò che è accoppiato, il fattore della dualità è sempre presente, come quello della relazione tra gli opposti. Ed anche l’unione degli opposti è una caratteristica significativa del segno. Si tratta della capacità di mettere insieme due cose ed unificarle, ma in una maniera che ognuna conservi la propria identità. Esse restano distinte, ma in una situazione di equilibrio dinamico, come due poli, positivo e negativo, che oscillano in sincronia ed agiscono come un unità.

Esotericamente i Gemelli rappresentano la natura dualistica dell’uomo -Anima e Personalità- e l’interazione tra queste due componenti.Ogni cosa che coinvolga coppie o gruppi di due è sotto questo segno, che governa il numero due. Come anche le cose divise in due, in cui ciascuna metà rimane in relazione all’altra.

Il Raggio maggiormente associato ai Gemelli è il Secondo dell’Amore-Saggezza. Quando una persona inizia a seguire il Sentiero si colloca sotto l’influenza di questo Raggio.

“Il segno dei Gemelli a volte viene definito come la costellazione che risolve la dualità in una sintesi. Poichè governa tutte le coppie di opposti dello zodiaco, preserva l’interazione magnetica (Venere) tra di esse, mantenendo fluidi (Mercurio) i loro rapporti e facilitando, infine, la loro trasformazione in una sola unità. Perchè i due dovranno alla fine diventare Uno.” Alice Bailey, Esoteric Astrology

I Gemelli entrano in gioco anche quando una disputa viene risolta e gli opposti si uniscono in una sintesi superiore. Due poli opposti possono unirsi per produrre un unico campo magnetico. Infatti questo segno governa anche la ragione, la verità, l’etica e la validità.

Posizionati negativamente governano le discussioni, le liti, differenza di opinioni, separazioni. All’interno dello stesso archetipo ci sono qualità opposte, e l’unione tra due parti distinte a livello più elevato significa la fusione del sé immortale con la personalità individualizzata, ossia la capacità di una corrente evolutiva superiore di fondersi con una inferiore.

Il movimento in generale, il fare, l’azione, è governato dai Gemelli, quindi anche guardare e muovere gli occhi nelle varie direzioni, ma questo non si riferisce solo all’azione rivolta verso l’esterno ma a anche quella riflessiva che riguarda lo sguardo interiore.

Le mani, le braccia e gambe (nella loro funzione di azione), i nervi che escono dal midollo spinale e si dirigono agli organi, i polmoni, gli occhi, la vista, la visione. Anche la parola intesa come comunicazione ed i gesti come linguaggio (nonché scrivere e la letteratura) sono governate da questo segno e sono tutte modalità di accumulazione e distribuzione di energia pranica.

Per quanto riguarda la respirazione ci si riferisce al processo di ottenere ossigeno e prana attraverso il respiro, come del resto avviene attraverso la luce che i nostri occhi assorbono. Per questo motivo i Gemelli sono associati al corpo eterico che riceve il prana dal Sole. Attraverso i globuli della vitalità legati alle molecole di ossigeno viene distribuita l’energia pranica nel sistema nervoso.

I Gemelli e Venere governano tutte le cose brillanti, luminose, cose che possono accendersi ed illuminare, luci, lampade e specialmente la torcia fiammeggiante tenuta in mano per illuminare il cammino, che morfologicamente assomiglia al Glifo di Venere. L’Illuminazione è importantissima dal punto di vista esoterico, ed i Gemelli e Venere rendono chiare le cose.

La visione non è solo il guardare, vedere, osservare ma anche imparare a distinguere. Gli occhi possono comportarsi in svariati modi, guardare, fissare, concentrarsi, ammiccare, comunicare. Si dice che siano lo specchio dell’anima (ad es. alcuni esperti che si dedicano allo studio del viso delle persone hanno affermato che gli occhi sono lo specchio dell’anima perchè sono la parte più sincera del viso. Sugli occhi non abbiamo nessun controllo, a differenza, ad esempio della bocca: se ci piace qualcosa, le pupille si dilatano involontariamente, altrimenti si restringono in segno di rifiuto).
Tramite gli occhi quindi possiamo ricevere e anche dare, trasmettere emozioni, sentimenti, ed energia pranica.

Venere è il pianeta della bellezza, femminilità, dell’equilibrio di proporzioni, dell’arte, della grazia, eleganza, ed attrazione non intesa come attrazione sessuale ma come un sentimento più raffinato che irradia contentezza, armonia, splendore, emana delle qualità spirituali. Ad un livello più elevato spiritualmente Venere dona la capacità di ricevere la grazia, il fuoco spirituale e di comprendere ed accettare il FUOCO VENUSIANO.

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La Venere della mitologia classica nasce dalla spuma del mare, un altro elemento carico di prana, che sintetizza ed accumula come la rugiada del mattino, l’energia del Sole assieme all’acqua ed ossigeno, pronta per essere istantaneamente assimilata.

In India la Dea Laxmi è la personificazione di Venere, dispensatrice inesauribile di prana a tutti i livelli. Le monete d’oro che sgorgano come guizzi d’acqua sorgiva dai chakra dei palmi delle sue mani stanno appunto a significare il prana materializzato.

E’ lei, come del resto tutte le controparti divine femminili a concedere la grazia di essere accolti nello spazio sacro che può essere un luogo fisico ma prima di tutto è la caverna del nostro cuore e della nostra mente. Anche Laxmi è accompagnata da un cigno, Hamsa (come Saraswati e Brahma) che è uno dei suoi veicoli. Come del resto Venere nella mitologia classica è concepita da Leda ed il cigno (Zeus).

scuolametafisica-venere-gemelli-laxmi-swanIl cigno nella mitologia ha un importante funzione, quella di discriminare, può separare l’acqua pura dal latte schiumoso nella sua bocca, cioè la verità dall’illusione, ed è anche il nome di un altro chakra che si trova nella testa, il quale è molto vulnerabile. Gli altri centri non sono così connessi con l’esterno come questo, il quale riceve tutte le informazioni da tutti gli organi sensoriali, come ad esempio gli occhi, che sono importantissimi, magari avrete notato come lo Spirito di alcune persone risplenda nei loro occhi, proprio come nei bambini innocenti, ciò può essere un segno dell’ascesa della Kundalini e lo scintillio è dovuto alla dilatazione delle pupille. Ma con il nostro modo di giocare in continuazione con lo sguardo, di usarlo in modo sconveniente, con lussuria ed avidità, possiamo danneggiare seriamente questo centro, che funziona come un filtro.

La concentrazione e la meditazione sono fondamentali per agevolare la propria visione interiore, la fermezza, la determinazione, l’integrità. Nello Yoga vengono dati vari strumenti per poter essere agevolati e direzionati, uno dei quali sono i Dristhi (ciò che viene guardato). Focalizzare lo sguardo in determinati punti per sviluppare una profonda e ferma visione, nonché di assimilare il prana nel modo più completo. Se lo sguardo vaga anche la mente segue questo movimento, e l’energia pranica viene dispersa con i pensieri.

Lo sguardo concentrato su un punto preciso come il naso, ombelico, terzo occhio, alluce, la punta del naso, il cielo, ed anche ad occhi chiusi si può volgere lo sguardo al centro della fronte. Sviluppare questa capacità facilita il ritiro dei sensi (Pratyahara), che è una condizione importante nella meditazione.

Praticare Drishti permette anche di assorbire le qualità dell’oggetto o del punto osservato. Se si osserva la fiamma di una candela si potranno percepire il suo calore, la sua energia, la sua luce. Se si osserva un albero si percepiranno la sua stabilità ed il suo equilibrio. Se si osserva il fluire di un fiume si percepiranno calma e tranquillità. Lo sguardo quindi è un “medium” che oltre a sviluppare la concentrazione permette di trasformare stati d’animo, riportando la mente ed il corpo in armonia.

Le qualità spiritualizzanti di Venere sono considerate tra le più evolute nella nuova astrologia. Unisce, fonde, mescola ed armonizza le dualità. Venere governa l’Antakarana, il Ponte Arcobaleno di cui parlano gli insegnamenti esoterici. L’unione delle coppie di opposti, l’esteriore con l’interiore, l’oggettivo con il soggettivo, così che la personalità si possa integrare ed orientare verso l’Anima.
L’Antakarana forma un ponte tra la triade superiore e quella inferiore dell’uomo che segue il sentiero.

In molte spiegazioni e rappresentazioni grafiche di questa simbologia possiamo trovare i due triangoli opposti che si uniscono e poi si compenetrano sovrapponendosi uno all’altro, si può riconoscere anche nella rappresentazione di Ajna Chakra, il Terzo Occhio come del resto nella Vesica Piscis che è il nucleo del Fiore della Vita, la rappresentazione grafica del “Modo” in cui l’etere viene organizzato geometricamente nell’”Universo di Luce”, per dare vita alla struttura di base che sostiene la Realtà Olografica in cui ci manifestiamo.

scuolametafisica-venere-gemelli-hexagramNella Vesica Piscis tracciando il tratto orizzontale mediano ed unendo i suoi estremi con i due vertici, si formano al suo interno due triangoli equilateri uguali e contrapposti. Essi rappresentano il “Doppio Ternario”, attivo e passivo, maschile e femminile, che portati l’uno sull’altro formeranno un altro ben noto simbolo: l’Esagramma, o Stella di Davide. L’Esagramma è una figura piana, il suo corrispondente nella terza dimensione è il TETRAEDRO a STELLA o MERKABA, conosciuto anche come il “Veicolo di Luce”.
Secondo la tradizione esoterica la Merkaba permette a chi è in grado di evocarlo e controllarlo, di viaggiare nello spazio e nel tempo trasformandosi in un impulso luminoso.

Il simbolo della Vesica Piscis ha una radice indoeuropea antichissima e legata alla Dea Madre. E’ la vulva della Madre Terra: la mandorla mistica è un chiaro richiamo al Femminino Sacro ed alle proporzioni della Geometria Sacra di unione degli opposti.
Le due polarità intersecandosi generano il divino figlio della Madre Terra, cioè l’ Uomo: un essere in grado di sviluppare dentro di sé l’illuminazione spirituale.

scuolametafisica-venere-gemelli-vesica-piscisL’intersezione delle due circonferenze gemelle rappresenta l’ intersezione di due Campi Energetici visualizzati con i due cerchi che così creano un TERZO ASPETTO. Il Terzo Essere è la MENTE CREATRICE, il Demiurgo, lo SPIRITO SANTO (soffio, respiro. In Ebraico è di genere femminile) della tradizione cristiana.

L’occhio umano per molti motivi è il più esoterico degli organi. La sua forma, la sua struttura e le sue funzioni sono simboli di profondo significato interiore.
Lo sviluppo dell’occhio si svolge parallelamente alla regressione della ghiandola pineale. L’uomo sviluppandosi progressivamente nella materia, sviluppa un corpo sempre più grossolano adatto all’interazione col mondo materiale, gli occhi di conseguenza adattano , organizzano e specializzano le loro funzioni rispetto a questo. La ghiandola pineale che corrisponde all’occhio interiore via via si è ritirata dal contatto col mondo esterno, rimanendo comunque funzionale a livello di ghiandola endocrina.

scuolametafisica-venere-gemelli-eyeL’anatomia dell’occhio è molto sofisticata, tecnicamente assomiglia al funzionamento della macchina fotografica (non quella digitale!) ma l’uomo codifica le forme, i colori, la luce tramite il cervello che registra e memorizza l’informazione che dovrà poi essere compresa, l’uomo comune compie questo procedimento attraverso la personalità o ego e l’uomo più evoluto lo farà attraverso l’Anima.

Quando parliamo della percezione del colore ci sono tre elementi che entrano in gioco: la luce, l’oggetto e l’osservatore. Ciò origina con la stimolazione delle cellule coniche nella retina dell’occhio umano mediante le radiazioni elettromagnetiche nello spettro visibile che sotto forma d’impulso elettrico, vengono interpretate dal cervello.

La luce è una radiazione elettromagnetica che esiste all’interno di una determinata porzione dello spettro elettromagnetico e generalmente si parla di quella visibile all’occhio umano. Quando la radiazione presente in questa parte visibile dello spettro colpisce l’occhio, il cervello è in grado di percepire luce e colore. Ma sappiamo che esiste una gamma di frequenze che possono essere visibili quando la coscienza si espande ed in ogni caso ciò che percepiamo normalmente è assolutamente soggettivo, legato ai condizionamenti esterni, e alla non-consapevolezza di come funziona il corpo fisico e di ciò che siamo realmente.

scuolametafisica-venere-gemelli-spectrum1Questa è un’ altra delle prime distinzioni da fare, quando si parla di colore, consiste nel comprendere due diverse modalità, definite SINTESI, che vanno a determinare le mescolanze dei colori. Questi due “sistemi” sono definiti SINTESI ADDITIVA e SINTESI SOTTRATTIVA.
Per sintesi additiva, si intende la mescolanza dei colori primari prodotti dalla luce, rosso, verde e blu (conosciuti come RGB, Red, Green, Blue) che sommati fra loro creano la luce bianca e, mescolati in differenti porzioni sono in grado di creare tutto lo spettro di colori da noi percepiti.
Con sintesi sottrattiva ci riferiamo ai colori primari dei pigmenti, che sono la caratteristica principale della materia. Ogni sostanza materiale, ogni superficie, ogni oggetto, assorbe in maniera selettiva solo alcune lunghezze d’onda della luce e a sua volta ne riflette altre.
Il pigmento che viene percepito è perciò determinato dai colori sottratti dalla luce bianca che percepiamo. I colori principali della sintesi sottrattiva sono CIANO, MAGENTA, GIALLO (CMY) e con la somma dei tre si ottiene il nero (K). Il risultato della totale sottrazione dei colori al pigmento va quindi a creare il nero.

 

scuolametafisica-venere-gemelli-spectrum2Un altra particolarità che sembra creare un gioco di illusioni è quella del punto cieco. Ogni essere umano per conformazione naturale ha un punto cieco nel campo visivo: la parte d’immagine che manca viene ricostruita deducendola da ciò che si vede intorno. Questa piccolissima zona ha una dimensione di circa 1.5 mm ed è situata nel punto in cui convergono i nervi ed i vasi sanguigni della retina, così che questo punto non è sensibile alla luce e rimane senza informazioni. Ciononostante, il cervello riesce a ricostruire l’immagine mancante attraverso un processo chiamato “filling in” (riempimento). Questo è un processo soggettivo, sensibile al nostro bagaglio genetico, alle interazioni tra noi e l’ambiente che ci circonda ed in base alle nostre conoscenze ed esperienze:
ciò che è percepito è diverso dall’oggetto esterno che rappresenta. Questa interpretazione non solo ricostruisce la parte mancante, ma mette in atto una serie di compensazioni che creano un vero e proprio ”inganno visivo” riguardo a luce e colore.

“…Nessun occhio naturale, nemmeno quello più allenato, è garantito contro l’illusione del colore. Colui che pretende di vedere i colori indipendentemente dalle loro variazioni illusorie inganna solo se stesso, e nessun altro.” (Interazione del colore, Joseph Albers 1963)

Grazie all’illuminazione di Venere si può comprendere ciò che vediamo, discriminare il reale dall’irreale e per analogia ciò che accade con la vista e la visione accade per la consapevolezza di tutto il nostro essere.

Sappiamo che il mondo materiale che ci circonda e di cui siamo parte è costituito di elementi grossolani tangibili, ma è anche compenetrato da una materia eterica non visibile normalmente ma che tutto collega ed energizza. La saggezza antica ce la descrive attraverso varie vie, ma ad oggi ci sono anche studi scientifici che confermano la sua esistenza. Il primo a pubblicare delle ricerche al riguardo fu il Dr. Walter Kilner intorno al 1920, il quale non era un occultista e non aveva mai sentito parlare di materia eterica, ma grazie alle sue ricerche potè distinguere tre diversi strati di materia sottile che s’irradiavano dal corpo. Condusse vari esperimenti non solo sull’Aura ma anche sulla gamma dei colori che l’occhio umano può percepire. Successivamente negli anni ’30 il russo Kirlian attraverso altri esperimenti mise a punto uno strumento per fotografare l’aura, o campo energetico.

Vista, visione, illuminazione

La capacità di distinguere, vedere e quella di capire ed interpretare ciò che captiamo con l’occhio non è che una visuale, una prospettiva, ma quando la coscienza e la consapevolezza si espandono e crescono, tutti i sensi si raffinano, l’occhio interiore si attiva. Tutto si illumina grazie al collegamento del ponte Antakarana. L’uso del simbolo e dell’analogia diventa un sistema di linguaggio, base che rende possibile la comunicazione tra i Regni, iniziando da noi stessi. Le tecniche per favorire questa crescita si basano sulla pratica della meditazione, della concentrazione, della respirazione completa (respiro yogico completo), del giusto rilassamento, dieta equilibrata, esercizio fisico, dell’uso dell’analogia. A questo punto sorgono le esperienze di luce divina e di illuminazione, dove il senso di unione con il tutto ci pervade, la percezione spazio-tempo è sospesa, e la sensazione di saggezza e serenità ci riempie con una pace infinita.

L’Uomo è in grado di evolversi in sé, per gli altri e per il Logos Solare in cui vive, consolidando il ponte arcobaleno, grazie al quale si riversano in lui quelle forze evolutive che Socrate e Platone chiamavano “Verità, Bellezza. Bontà”.

Durante la meditazione viene evocata l’energia del fuoco alchemico, cioè l’energia del sinergismo, entriamo in contatto con il nostro centro e quello divino, entriamo in rapporto con l’essenza della nostra vera natura che è costituita dai Tre Fuochi Solari, conservati nei tre centri della testa che come l’energia pranica sono sempre in movimento (Gemelli), si acquisiscono e si donano, in un continuum, utilizzandoli nel servizio all’umanità: nella guarigione, nell’insegnamento e nella guida (esempio d’ispirazione per gli altri) delle masse, l’ego stesso è trasformato e non vive più di compiacimento ma come una funzione di collegamento (tenendoli assieme) tra i corpi fisici e spirituale per completare la nostra esistenza in questa dimensione. L’Ego o personalità diviene lo strumento per mantenere in equilibrio il nostro tempio del nostro corpo, dove è custodita l’anima assieme al suo eterno compagno.

Articolo a cura di Claudia Becagli