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Vergine

♍︎ VERGINE 22 Agosto – 21 Settembre

IL MITO: Il Cinto di Ippolita

Colui Che presiede il Concilio chiamò il Maestro che sorvegliava Ercole. “Il tempo si avvicina”, egli disse, “che cosa fa il figlio dell’uomo che è anche figlio di Dio? È preparato a cimentarsi nuovamente con un avversario di genere diverso? Può passare adesso per la sesta grande Porta?” “Si”, rispose il Maestro. Era sicuro che quando la parola fosse risuonata, il discepolo si sarebbe presentato, pronto per la nuova fatica. E ciò disse a Colui che presiede la Camera del Consiglio del Signore. Ed allora la parola risuonò: “Sorgi, o Ercole, passa per la sesta grande Porta”. Un’altra parola fu pronunciata, non per Ercole, ma per coloro che dimoravano sulle rive del vasto mare. Essi ascoltarono e compresero.
Su quei lidi dimorava la grande regina che regnava su tutte le donne del mondo allora conosciuto. Esse erano le sue vassalle e guerriere intrepide. Nel suo regno non vi era neanche un uomo. Solo donne circondavano la loro regina. Ogni giorno, nel tempio della luna, esse adoravano Marte, il dio della guerra, e gli offrivano sacrifici.
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Image di Pierre Salsiccia from pixels.com
Di ritorno dall’annuale visita alle dimore degli uomini, riunite nel recinto del tempio, le guerriere attendevano la parola d’Ippolita, loro regina, che ritta sui gradini dell’alto altare, portava il cinto donatole da Venere, dea dell’amore. Questo cinto era un simbolo, simbolo dell’unione conquistata col conflitto, con le dispute, con la lotta, simbolo della maternità e del sacro Bambino al quale tutta la vita umana è in realtà rivolta. “La Parola è risuonata”, ella disse, “sta per giungere un guerriero di nome Ercole, un figlio dell’uomo anche figlio di Dio; a lui devo consegnare il cinto che porto. Dobbiamo obbedire, o Amazzoni, o schierarci contro la parola di Dio?” E mentre esse ascoltavano la loro regina e riflettevano sul problema, nuovamente risuonò una parola, facendo sapere che egli era già là, in anticipo e stava attendendo di prendere il sacro cinto della battagliera regina. Incontro al figlio di Dio, anche figlio dell’uomo, andò Ippolita, regina guerriera. Egli combatté con lei senza ascoltare le belle parole che ella cercava di rivolgergli. Le strappò il cinto, ma ella aveva già alzato le mani per offrirglielo in dono: gli offriva il simbolo dell’unione e dell’amore, del sacrificio e della fede. Ercole, afferrando il cinto, la massacrò, uccidendo colei che gli donava ciò che egli cercava. Stando accanto alla regina morente, pentito da ciò che aveva fatto, udì il suo Istruttore che gli diceva: “Figlio mio, perché uccidere ciò che è necessario, vicino e caro? Perché sopprimere colei che ami, la dispensatrice di doni, la custode del possibile? Perché uccidere la madre del Sacro Bambino? Di nuovo dobbiamo segnalare un insuccesso. Di nuovo non hai compreso. Riscatta questo momento, prima di cercare di rivedere il mio volto.” Cadde il silenzio ed Ercole, stringendosi al petto il cinto, prese la via del ritorno, lasciando dietro di sé le donne addolorate, prive della loro guida e dell’amore. Ercole ritornò sulle rive del grande mare. Presso una roccia a picco vide un mostro degli abissi marini che teneva fra le fauci la povera Esione. Le sue grida ed i suoi lamenti salivano al cielo e colpirono le orecchie d’Ercole che, roso dal rimorso, vagava senza meta. Si lanciò prontamente per aiutarla, ma era troppo tardi. Ella sparì nella gola cavernosa del serpente di mare, il mostro dalla triste fama. Senza pensare a sé, il figlio dell’uomo, anche figlio di Dio, si gettò tra le onde e raggiunse il mostro che, voltandosi di scatto, con spaventosi ruggiti, spalancò l’enorme bocca verso di lui. Ercole allora si precipitò nel rosso tunnel della gola del mostro in cerca di Esione e la trovò nel profondo ventre del mostro. Col braccio sinistro l’afferrò tenendola stretta, mentre con la sua fida spada si aprì la via nel ventre del serpente verso la luce del giorno. Così la salvò, bilanciando la sua precedente azione di morte. Poiché tale è la vita: un atto mortale, un fatto vitale, fanno apprendere ai figli degli uomini, anche figli di Dio, la saggezza, l’equilibrio e come procedere verso Dio. Dalla Camera del Consiglio del Signore, il grande Reggente osservava insieme al Maestro che siedeva al suo fianco. Ercole riattraversò la sesta Porta col cinto e la fanciulla. Il Maestro allora disse: “La sesta fatica è compiuta. Hai ucciso chi ti amava e che, benché incompresa e misconosciuta, ti aveva dato l’amore e il potere che ti erano necessari. Hai salvato chi aveva bisogno di te e di nuovo i due sono uno. Pondera in modo nuovo sulle vie della vita; rifletti sulle vie della morte. Và e riposa, figlio mio.”

tratto da Le Fatiche di Ercole di Alice Bailey

Analisi del mito e comprensione dei simboli

Ippolita, come Regina delle Amazzoni, simboleggia l’aspetto materno e il divino femminino per tutte le donne. Come tutte le figure materne come Maria, Eva, Iside e Gaia, rappresenta la profonda capacità del femminile di fornire, nutrire e sostenere la vita.

Le Amazzoni erano donne guerriere che vivevano separate dagli uomini, che venivano intenzionalmente respinte dal loro regno. I neonati maschi sono stati respinti dalla loro tribù alla nascita. Questa feroce tribù di guerriere è diventata famosa per la sua perfetta abilità di cacciare e combattere a cavallo. Come eccellenti arcieri, il loro abile uso del cavallo durante la caccia e la battaglia simboleggia l’equilibrio tra gli aspetti istintivi e addomesticati della personalità. Qui vediamo il divino femminile nella sua condizione di libertà e la sua capacità di cavalcare e stare al di sopra della natura animale.

La cintura era un dono di suo padre a Ippolita in riconoscimento della sua maestria in battaglia. La cintura aveva proprietà magiche e simboleggiava l’unità che si ottiene attraverso la lotta. Offre la sua cintura in dono a Ercole e, attraverso questo dono, afferma che il divino femminino, che governa ogni materia, offre generosamente i suoi doni a coloro che chiedono. Tuttavia, credendo che la vera intenzione del tesoro maschile sia quella di rapire la regina, ne consegue una battaglia tra le Amazzoni e gli uomini di Ercole. Nella battaglia Ercole uccide Ippolita.

La battaglia tra le forze maschili e femminili si svolge in questo mito. Il massacro da parte di Ercole dell’energia femminile che gli fornisce ciò di cui ha bisogno è il fallimento dell’umanità. Per accedere al potere dello spirito e utilizzare correttamente le risorse fornite dal femminino divino, dobbiamo distruggere il nostro attaccamento alla materia e alla forma.

La distruzione del divino femminile non è la via dell’unità. È solo realizzando e onorando i suoi doni che si possono raggiungere l’equilibrio e l’unità. Così, mentre Ercole riesce ad acquisire la cintura, fallisce uccidendo Ippolita e dimostrando un uso improprio della natura della sostanza.

Ercole ora richiede la redenzione per il suo misfatto. Durante il viaggio di ritorno, Ercole incontra Esione che è incatenata a una roccia come sacrificio a un mostro marino. Ercole la salva e la libera.

Il compito spirituale

Il primo vero passo nel regno dello spirito avviene nel segno della Vergine. La Vergine è governata tradizionalmente da Mercurio, dove attiva l’intelletto e il mediatore in modo che l’unità dello spirito e della materia possa essere rivelata. Nella sua espressione più alta, la Vergine è governata spiritualmente dalla luna, che vela il potere trasformativo del pianeta Vulcano (che negli scritti antichi si dice essere un pianeta in sostanza sottile tra l’orbita di Mercurio e il Sole). In Vergine, vediamo di nuovo come il potere trasformativo e la pressione di Vulcano servano per la creazione di nuovi veicoli a sostegno dell’espressione dell’anima. Attraverso questo processo, raggiungiamo la forma perfetta e distruggiamo l’attaccamento alla materia.

La Vergine è un segno misterioso e velato . È attraverso il nostro lavoro di perfezione in Vergine che guadagniamo l’accesso al mondo dello spirito. Mentre questo ha un’interpretazione letterale relativa alla perfezione della forma, include la perfezione della personalità. È attraverso la natura della personalità perfezionata che l’anima si esprime più efficacemente, e quindi la purificazione della personalità è richiesta nella nostra evoluzione.

La Vergine deve prendersi cura del regno fisico, ma nel processo non deve perdere di vista la realtà spirituale che sta alla base della forma. Lo spirito non deve essere massacrato alla ricerca della materia.

Conoscere e integrare l’energia della Vergine

La Voce della Personalità in Vergine dice: Che la materia governi
La personalità in Vergine vuole concentrarsi sui dettagli e sulla forma che assume la materia. Il detto “Il perfetto è nemico del bene” è importante per il nativo della Vergine che cerca la perfezione assoluta, poiché la ricerca della perfezione può avere una presa soffocante sulla creatività. Quando cerca la perfezione e l’ordine nella forma, il nativo della Vergine può diventare critico, noioso e perfezionista. La personalità cerca analisi, ordine e struttura.

La Voce dell’Anima in Vergine dice: Sono la Madre ed il Bambino, sono Dio e sono la Materia
L’anima in Vergine è sotto il dominio della luna, velata da Vulcano (e Nettuno), quindi c’è un effetto trasformativo che sta cercando di essere espresso, proprio come nel segno del Toro. Ma in Vergine, l’anima cerca di guardare oltre la forma allo spirito che cerca di esprimersi attraverso la forma.

Vergine

Elemento: segno di terra (come Toro e Capricorno).
Qualità: Il servizio unico nella Vergine è che spirito e forma sono nutriti, velando il “Cristo in voi speranza di gloria”.
Opposto polare: Pesci, segno d’acqua (coscienza Cristica che si rivela quale Salvatore del Mondo).
Reggitori: Exoterico, Mercurio; Esoterico, la Luna.
Il Mito, la sesta fatica: Il Cinto d’Ippolita
Note Fondamentali:
Dal punto di vista della forma, “Che la materia governi”.
Dal punto di vista dell’anima, “Sono la Madre ed il Bambino, sono Dio e sono la Materia”.

Estratto da “Le Fatiche di Ercole” di Alice A. Bailey.
Titolo originale: THE LABOURS OF HERCULES (Prima edizione inglese 1957)

GENERE FEMMINILE
ELEMENTO TERRA
QUALITA’ MOBILE = cambiamento (legge cosmica dell’Amore)
MITO Demetra, Persefone, Astrea
ARCHETIPO Cercatore, Orfano
IMPULSO Concentrazione, organizzazione
ANATOMIA Intestino e la regione addominale, stomaco, parte inferiore dei polmoni e parte dei seni.
FISIOLOGIA
MERIDIANO Intestino Tenue
PAROLE CHIAVE Al servizio dell’Io/degli altri/dell’Uno (a seconda del livello evolutivo); Misura, Regola, Pulizia, Ordine
SCHEDE DI SINTESI

Vergine

Elemento: segno di terra (come Toro e Capricorno).
Qualità: Il servizio unico nella Vergine è che spirito e forma sono nutriti, velando il “Cristo in voi speranza di gloria”.
Opposto polare: Pesci, segno d’acqua (coscienza Cristica che si rivela quale Salvatore del Mondo).
Reggitori: Exoterico, Mercurio; Esoterico, la Luna.
Il Mito, la sesta fatica: Il Cinto d’Ippolita
Note Fondamentali:
Dal punto di vista della forma, “Che la materia governi”.
Dal punto di vista dell’anima, “Sono la Madre ed il Bambino, sono Dio e sono la Materia”.

Estratto da “Le Fatiche di Ercole” di Alice A. Bailey.
Titolo originale: THE LABOURS OF HERCULES (Prima edizione inglese 1957)

♍︎ CORRISPONDENZE
GENERE FEMMINILE
ELEMENTO TERRA
QUALITA’ MOBILE = cambiamento (legge cosmica dell’Amore)
MITO Demetra, Persefone, Astrea
ARCHETIPO Cercatore, Orfano
IMPULSO Concentrazione, organizzazione
ANATOMIA Intestino e la regione addominale, stomaco, parte inferiore dei polmoni e parte dei seni.
FISIOLOGIA
MERIDIANO Intestino Tenue
PAROLE CHIAVE Al servizio dell’Io/degli altri/dell’Uno (a seconda del livello evolutivo); Misura, Regola, Pulizia, Ordine