Close

La storia del vaso rotto

La storia del vaso rotto

Racconto Indù

Un portatore d’acqua in India ogni mattina si recava al fiume per riempire e portare al mercato due grossi vasi, ciascuno sospeso alle estremità di un palo che portava sulle spalle.Uno dei vasi aveva una crepa, mentre l’altro era perfetto.
Alla fine della lunga camminata dal ruscello al mercato, il vaso integro conteneva tutta l’acqua fruttandogli la paga quotidiana mentre l’altro ne conteneva solo la metà.
Il vaso perfetto era orgoglioso di assolvere perfettamente il compito per cui era stato costruito; viceversa il vaso crepato si vergognava della sua imperfezione e si sentiva un miserabile fallito per essere in grado di assolvere solo parte del suo compito.

Dopo molto tempo che il contadino si recava al mercato in questo modo, il vaso crepato decise di parlare al contadino:

«Mi vergogno di me stesso e voglio scusarmi con te»

«Perché?» – chiese il portatore «Di cosa ti vergogni?»

«Negli ultimi anni, sono stato in grado di fornire solo la metà del mio carico, a causa di questa crepa che porto nel fianco fuoriesce tutta l’acqua. A causa dei miei difetti, non ottieni il pieno valore dei tuoi sforzi»

Il portatore di acqua si sentì dispiaciuto per il vaso crepato e rivolgendosi ad entrambi i vasi disse:

«Mentre torniamo a casa, voglio che notiate i bellissimi fiori lungo il sentiero»

Mentre salivano la collina, il vaso crepato notò il sole che scaldava i bellissimi fiori selvatici su un lato del sentiero, e questo lo rallegrò. Ma si sentiva ancora male per non riuscire ad assolvere al compito per cui riteneva di essere stato costruito e si scuso nuovamente per il suo fallimento.

Il portatore d’acqua disse allora al vaso «Ho sempre saputo del tuo difetto e ne ho approfittato. Ho piantato semi di fiori lungo il sentiero dal tuo lato e, ogni giorno, mentre tornavamo, tu li annaffiavi. Grazie a te ho potuto raccogliere quei bei fiori per decorare la mia tavola e, senza il tuo essere semplicemente come sei, non ci sarebbero quelle bellezze ad abbellire la mia casa».

Gli atti di buon karma non sono sempre evidenti e le loro ricompense, sebbene reali, possono anche essere nascoste