Estratto da The Inner Life Volume II, sez.8 di C. W. Leadbeater
Ci sono due punti da tenere a mente a questo riguardo: primo, un animale spesso accumula una buona quantità di karma; secondo, l’animale ben trattato non ha sempre un vantaggio così grande come sembra, poiché l’associazione con l’uomo non migliora sempre l’animale o tende a farlo evolvere nella giusta direzione. Il cane da caccia è insegnato dal cacciatore a essere molto più feroce e brutale di quanto potrebbe mai diventare in qualunque forma di vita naturale; infatti l’animale selvatico uccide solo per soddisfare la fame, ed è solo l’uomo che introduce nella vita animale la malvagità di uccidere per il piacere della distruzione. Per quanto possa essere sviluppata la sua intelligenza, sarebbe stato molto meglio per questa creatura sfortunata se non fosse mai venuta in contatto con l’umanità; infatti attraverso lui la sua anima di gruppo ha ora generato karma – karma della peggior specie, per il quale altri cani, che sono espressione di quell’anima di gruppo, dovranno soffrire in futuro affinché gradualmente la ferocia venga eliminata.
Lo stesso si può dire del cane da salotto, viziato da qualche padrona sciocca, che gradualmente perde tutte le virtù canine e diventa l’incarnazione dell’egoismo e dell’amore per la comodità. In entrambi i casi l’uomo abusa criminalmente della sua responsabilità nei confronti del regno animale, sviluppando deliberatamente negli esseri affidati alle sue cure gli istinti inferiori anziché quelli superiori, creando così cattivo karma per sé stesso e conducendo anche l’anima di gruppo a generare cattivo karma. Il dovere dell’uomo verso il cane è chiaramente quello di far evolvere in lui devozione, affetto, intelligenza e utilità, e reprimere con gentilezza ma fermezza ogni manifestazione del lato selvaggio e crudele della sua natura, che un’umanità brutalizzata ha coltivato con tanto zelo per secoli.
Chi pone domande a volte sembra pensare che un cane o un gatto riceva una certa incarnazione come ricompensa di merito. Non stiamo ancora trattando un’individualità separata e quindi per quell’animale particolare non esiste un passato in cui possa essere stato generato un karma individuale nel senso ordinario della parola — nulla da meritare o da ricevere come premio. Quando un particolare blocco di quell’essenza monadica che si evolve lungo la linea delle incarnazioni animali, che culmina (diciamo) nel cane, ha raggiunto un livello abbastanza alto, gli animali separati che ne formano la manifestazione qui sulla Terra vengono messi in contatto con l’uomo, affinché la loro evoluzione riceva lo stimolo che solo tale contatto può fornire.
Il blocco di essenza che anima quel gruppo di cani ha tanto karma quanto è coinvolto nell’aver governato le sue molteplici manifestazioni fino al punto da poter raggiungere un livello in cui tale associazione è possibile; e ogni cane appartenente a quell’anima di gruppo ha la sua parte di quel risultato. Quindi quando la gente chiede cosa un cane individuale possa aver fatto per meritarsi una vita facile o il contrario, si lascia ingannare dall’illusione della mera apparenza esteriore, dimenticando che non esiste un cane individuale, se non durante l’ultima parte di quella incarnazione finale in cui avviene la separazione definitiva di una nuova anima dal blocco.
Alcuni dei nostri amici non si rendono conto che può esistere l’inizio di un karma completamente nuovo. Quando A fa un torto a B, essi ricadono sempre nella teoria che in un tempo precedente B deve aver fatto un torto ad A, e ora sta semplicemente raccogliendo ciò che ha seminato. Questo può essere vero in molti casi, ma una tale catena di cause deve iniziare da qualche parte, e è altrettanto probabile che si tratti di un atto spontaneo di ingiustizia da parte di A, per il quale il karma lo ripagherà certamente in futuro, mentre la sofferenza di B, sebbene immeritata da parte di A, è il pagamento per qualche altro atto o atti commessi in passato da B nei confronti di qualcun altro.
Nel caso del maltrattamento di un animale da parte dell’uomo è certo che non può essere il risultato di un karma precedente da parte di quell’animale particolare, perché se fosse un individuo capace di portare avanti karma non si sarebbe reincarnato nuovamente in forma animale.
Ma l’anima di gruppo di cui fa parte deve aver acquisito karma, altrimenti la cosa non potrebbe accadere. Gli animali spesso causano intenzionalmente sofferenze terribili l’uno all’altro. Da varie considerazioni è ragionevolmente certo che la preda uccisa da una bestia selvatica per nutrirsi, nel corso naturale e necessario delle cose, non soffra in modo apprezzabile; ma nelle lotte inutili e intenzionali che spesso avvengono tra animali — tori, cervi, cani o gatti, per esempio — viene inflitto volontariamente un grande dolore, e questo significa cattivo karma per l’anima di gruppo, karma che in futuro dovrà essere pagato attraverso alcune delle sue manifestazioni.
Tuttavia, per un solo momento, nemmeno per un minimo, ciò attenua la colpa dell’uomo bestia che tratta l’animale con crudeltà, o lo induce a combattere o a infliggere dolore ad altre creature. C’è certamente karma, e un karma estremamente pesante, accumulato dall’uomo che abusa così del potere di aiutare che gli è stato affidato, e in molte vite a venire soffrirà il giusto risultato della sua abominevole brutalità.
Chi si prende la briga di acquisire una comprensione completa di ciò che la letteratura teosofica già offre sui temi del karma e della reincarnazione animale, troverà chiari e facilmente comprensibili i principi fondamentali su cui lavorano queste leggi. Riconosco pienamente quanto questa conoscenza sia limitata e generale, e so che molti casi continuano a verificarsi in cui i dettagli del modo in cui il karma si sviluppa sono completamente al di là della nostra portata; ma si può vedere abbastanza per capire che ciò che ci è stato insegnato sull’inevitabilità e la giustizia assoluta della grande legge è una delle verità fondamentali della natura. Sicuri di questa certezza, si può attendere una comprensione più dettagliata fino a che non si sviluppino quelle facoltà superiori che da sole daranno il potere di vedere il funzionamento del sistema nel suo insieme.
Sicuramente, man mano che progrediamo, la luce divina illuminerà per noi molti angoli che ora restano nell’ombra, e cresceremo gradualmente ma sicuramente verso una conoscenza perfetta della verità divina che anche ora ci avvolge, ci protegge e ci guida. Tutti coloro che hanno avuto il privilegio di studiare questi argomenti sotto la guida e con l’aiuto dei grandi Maestri della Saggezza ne sono così convinti che, anche dove ora non vedono pienamente, sono più che disposti e pronti a fidarsi di quel grande Potere di cui finora l’occhio umano ha potuto scorgere solo deboli bagliori.
📓 Tratto da Inner Life Vol.II, sez.8 di C. W. Leadbeater
